I commercianti del centro storico (e non solo loro), hanno più volte espresso negli ultimi mesi la convinzione secondo la quale la rivitalizzazione dell’area non possa prescindere dalla ricollocazione del mercato annonario nella sua sede storica di via Don Morosini attraverso la riqualificazione della struttura ed una sua possibile estensione a Bouqueria sul modello di Barcellona. Ritengo questa soluzione un avallo alle legittime esigenze degli esercenti del centro ma anche a quelle di tutti quei cittadini che restano legati a quei luoghi latinensi che portano in dote alle nuove generazioni una vocazione storica.
Sembra tuttavia che questa soluzione sia stata stornata dalle belle progettualità dei candidati sindaci e non ne capisco il motivo dal momento che gli stessi candidati evocano un ritorno alla purezza architettonica, tradizionale e storica di Latina. Così Angelo Tripodi, nella struttura di via Don Morosini, colloca virtualmente una biblioteca musicale e subito dopo di lui Alessandro Calvi raddoppia l’offerta: una biblioteca multimediale per i giovani, finalmente uno spazio culturale adeguato per chi deve studiare. Non so perché i due candidati in questione (e forse non solo loro) siano contrari alla ricollocazione del mercato annonario nel centro storico.
I casi sono due: o pensano che puntare sulle iniziative di stampo culturale (quelle che danno sintomatico carisma, per dirla alla Battiato) sia un modo per garantirsi l’appoggio di intellettuali e giovani studenti oppure hanno altri motivi di cui ignoro la matrice per non volere il mercato in centro. La biblioteca multimediale può trovare collocazioni significative in sedi altrettanto appetibili. Uno ad uno, sono spariti dal centro storico, con effetti devastanti sul commercio, quei luoghi di aggregazione che erano legati al vissuto corale della città. Col risultato che il centro storico, al momento, appare decontestualizzato, esanime, funereo.
L’equivalente di una foresta pietrificata a cui va ridato smalto. Ricominciamo con i sogni in grande stile, mi sembra di capire. Quando, mai come in questo momento, bisognerebbe restare svegli.
Marilena Sovrani