Il commissario Barbato, con determina 18/2016, ha disposto la vendita dell’unica farmacia comunale rimasta a Latina, dopo l’alienazione della sede “storica” collocata davanti all’ospedale Santa Maria Goretti. Quella, di vendita, era giustificata dall’inesorabile perdita economica registrata negli ultimi anni.
La chiusura della farmacia di viale Kennedy, che ha aperto i battenti sei anni fa, non fornisce invece all’utenza adeguate giustificazioni se non quella, a mio avviso, di fare cassa, dal momento che, a quanto pare, il bilancio 2015 tuttora in fase di ultimazione, si chiuderebbe con un utile e non con una perdita. Inoltre la farmacia di cui si scrive vanta una folta clientela, rappresentando per le fasce disagiate del quartiere, nel quale non sembrano esistere studi medici, un punto di riferimento essenziale.
Una farmacia comunale non è attività che abbia fini solo economici. È compito della stessa fornire a prezzi dimezzati prodotti legati a patologie gravi attraverso preventivi e sostegni economici al paziente-cliente da parte della Asl. È chiamata a fornire campagne di informazione: ne sono state compiute numerose negli ultimi anni. Dunque il suo ruolo non è marginale. Se gli introiti, per il commissario, non sono abbondanti come vorrebbe, la soluzione non deve essere individuata nell’eliminazione dell’attività comunale (la farmacia insomma, non è un pino da abbattere) bensì nel suo rilancio.
Rilancio che può avvenire attraverso l’acquisto diretto (dal farmacista al produttore) che consente una scontistica maggiore. Di fatto la chiusura della farmacia comunale può essere scongiurata attraverso due semplici aggiunte al bilancio da parte del futuro sindaco di Latina (annettere alle spese gli stipendi dei tre farmacisti e l’acquisto diretto per il 2017). Si eviterebbe così tra l’altro il licenziamento dei sette dipendenti (tre farmacisti, una direttrice, una ragioniera, una commessa ed una donna delle pulizie). L’iter sembra procedere senza essere ostacolato dalla politica.
Quali sono i motivi che spingono il Comune a volersi liberare di una piccola azienda utile ai cittadini e che potrebbe diventare un’ottima fonte di reddito? Ho parlato ed inviato una nota al ministro della salute Beatrice Lorenzin affinché, per quanto suo potere, intervenga ad evitare un altro (l’ennesimo) sbaglio amministrativo che penalizzerebbe pesantemente gli abitanti di Latina”.
Marilena Sovrani
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